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mercoledì 2 ottobre 2013

La marcia di padre Halim staffetta della carità

Aleppo, antica stampa della Chiesa Latina


Avvenire - 13 settembre 2013
di Andrea Avveduto


 « È l’ultima volta che parlo. Poi lo farà padre Si­mon ». Padre Halim Noujiam, francescano libanese della Custodia di Terra Santa, por­ta da due anni gli aiuti uma­nitari a Damasco. Attraversa in continuazione la frontie­ra dal Libano alla Siria, dalla Siria al Libano, per quelle vie che dice «essere meno peri­colose delle altre». Anche lui, come gli 11 frati rimasti in Si­ria, è stanco. E più che con­tento di lasciare il posto al nuovo frate che ora lo sosti­tuirà: padre Simon appunto. Ancora prima di parlare del­la situazione recita un pro­verbio in arabo, che poi ten­ta di tradurre in un italiano stentato: «La guerra sta bru­ciando il verde e il secco». Ovvero, tutto.

Per due anni padre Halim è stato l’intermediario tra i be­nefattori della Custodia e i frati siriani. Ha portato sol­di, medicine, viveri. «Quan­do avevo la possibilità, arri­vavo alla frontiera siriana, e lì mi aspettavano persone di fiducia che mi garantivano la sicurezza del passaggio. Ma una volta in Siria, dovevo sta­re molto attento». Alcune zo­ne del Paese sono off limits anche per lui. 
«Da quasi due anni non posso andare nell’Oronte, e ad Aleppo, è troppo pericoloso. Da un an­no non ho più notizie dei fra­ti che vivono lì. In quei con­venti manca acqua, elettri­cità e il telefono, le uniche notizie che mi arrivano sono di alcuni amici siriani fidati che riescono in qualche mo­do a portare loro qualche sol­do e dei viveri». 
E nonostante tutto continua l’opera di una decina i frati rimasti ad Aleppo, nel con­vento di Sant’Antonio di Pa­dova, ad Azizieh, dove so­pravvive la parrocchia latina sotto la responsabilità di pa­dre Georges. E poi a Dama­sco, al memoriale San Paolo e a Salhieh, poco vicino.

Le case francescane di Lat­takiah, a Kanyeh, vicino al Li­bano, completano la mappa di questa oasi di carità. Ogni convento ospita circa 100 fa­miglie, fornisce mense e me­dicinali per migliaia di per­sone, a volte paga l’affitto di casa a chi non ha più mezzi. 
Padre Halim ha assistito an­che a casi di conversione for­zata. Ai cristiani rapiti viene data una scelta: «O ti converti all’islam, o lasci il Paese. Mol­ti li ritroviamo in Libano, per­ché hanno preferito lasciare la casa e tutto quello che a­vevano piuttosto che rinne­gare la propria fede». 
Alla ri­volta i cristiani non piaccio­no. Gli insorti, in particolare le frange jihadiste, sognano la nuova Siria senza di loro. I religiosi francescani se n’e­rano già accorti quando ave­vano ammazzato padre Mourad, qualche mese fa.

Bab Touma: i Martiri Francescani
La più recente conferma è il ca­so di Maalula, luogo simbo­lo della cristianità ostaggio dei jihadisti. «Ai frati è chie­sta la testimonianza fino al martirio, lo sanno», dice con­sapevole Halim. Ma riman­gono lì, fedeli alla vocazione francescana di aiutare tutti. «Se i frati decidessero di an­dare via, per i cristiani sa­rebbe un duro colpo. Non a­vrebbero più un punto di ri­ferimento ». 

E vivere in quel­la terra, che è la loro terra, è segno di speranza per tutti. «Se i frati continuano a stare lì, allora anche tutte le per­sone aiutate – e sono tante – continueranno a vivere con loro. Perché quando questa guerra inutile sarà finita, al­lora tutti dovranno rimboc­carsi le maniche per rico­struire il Paese devastato». 
Il custode, padre Pizzaballa, intervenendo nei giorni scorsi ha dichiarato: «La que­stione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davan­ti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è u­no strumento indispensabi­le ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro». 
È possibile aiu­tare la Custodia in Siria tra­mite http://www.proterrasancta.org/it/aiuta-la-terra-santa/aiutaci/



Pizzaballa: "Aiutateci  a sostenere la popolazione siriana e a dare un appoggio concreto a tutti i frati e i religiosi che vivono in Siria, perché possano continuare a essere un segno di speranza per tutti.”



Beirut (AsiaNews) - "La guerra in Siria spinge ogni giorno migliaia di persone a fuggire dalle proprie abitazioni e dal Paese. La maggior parte dei profughi e dei rifugiati interni ed esterni pensa che non potrà mai più fare ritorno nei propri villaggi. Chi è fuggito in Libano cerca di emigrare in Europa o in altre nazioni. Grazie alle donazioni diamo speranza ai siriani per convincerli a restare. La Siria, culla del cristianesimo e simbolo di unità fra cristiani e musulmani, rischia di scomparire". E' quanto afferma ad AsiaNews p. Halim, missionario francescano della Custodia di Terra Santa ed ex provinciale della Siria. Il sacerdote lancia un invito a tutti i cristiani a rispondere all'appello lanciato da Ats pro-Terra Sancta, l'organizzazione non governativa della Custodia, a favore della popolazione civile.

Per p. Halim la situazione è sempre più difficile per i cristiani e per tutta la popolazione, che in aree come Aleppo e i monti dell'Oronte non hanno più acqua, elettricità, gas e rischiano di morire di fame. Il sacerdote spiega che nemmeno i suoi confratelli riescono a comunicare con l'esterno e vivono questo dramma insieme alla gente. "I nostri frati - spiega - lavorano ogni giorno con queste persone, senza distinzione di fede per sostenerli sul piano economico e spirituale. I francescani non fanno politica e aiutano le famiglie bisognose, che hanno perso, tutto sostenendole e all'interno della Siria e fuori dal Paese, ospitando i senza tetto nei conventi".
Nonostante la guerra, i bombardamenti e le minacce degli estremisti islamici, sono 11 i frati francescani che hanno scelto di restare in Siria per prendersi cura della popolazione ad Aleppo, Damasco, Azizieh, Lattakiahe e Kanyeh.
Nel lanciare l'iniziativa p. Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha dichiarato: "La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto. Chiedo a chi può, oltre a pregare, di  mandare aiuti. Non materie prime -  è inutile perché  non possono entrare - ma il denaro necessario per comprare (purtroppo anche al mercato nero), ciò che serve per vivere a tantissime famiglie, soprattutto le più povere".




Per ognuno di noi sarà possibile sostenere la Siria con una piccola offerta, indirizzata al conto dell’Associazione di Terra Santa e diretta ai bisogni dei siriani.

Di seguito le modalità di donazione per sostenere i francescani nel loro lavoro in Siria:
° 150 euro per sostenere una famiglia di tre persone per 2 settimane
° 500 euro per aiuti umanitari a 3 famiglie di un campo profughi per 3 settimane
° 1000 euro per il sostentamento della mensa per i più poveri per 1 mese
Le donazioni vanno effettuate sul conto:
ATS - Associazione di Terra Santa
Banca Popolare Etica - IBAN: IT67 W050 18121010 0000 0122691
BIC CODE: CCRTIT2T84A
Causale: Emergenza Siria.

http://www.asianews.it/notizie-it/Frate-francescano:-Una-speranza-per-i-siriani-sotto-la-guerra.-Appello-della-Custodia-di-Terra-Santa-28992.html

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