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giovedì 23 maggio 2013

"L'incapacità della società internazionale a liberare i rapiti e fermare il flusso di sangue in Siria senza trovare una soluzione a questa crisi umanitaria è un peccato grave"

"Iniziativa creativa" invece di disordine creativo


Il Patriarca Laham lancia un appello che "riguarda la pace e la coscienza di ogni uomo libero, onesto, per liberare i due vescovi Yazji e Ibrahim." 

Insiste sul fatto che l'incapacità della società internazionale per liberare e per fermare il flusso di sangue in Siria senza trovare una soluzione a questa crisi umanitaria, è un peccato grave, è la prova dell'assenza di  valori spirituali e umani nella attuale  politica  internazionale verso la crisi nel mondo arabo. Si rammarica del fatto che la crisi siriana è diventato un commercio dai molteplici volti, in cui la dignità umana e il rispetto per l'uomo si sono persi, dimenticando che l'uomo è  immagine di Dio
Egli ha chiesto "a tutte le chiese nel mondo, e ai fautori della pace nel mondo, e alla coscienza di ogni essere umano libero, onesto e generoso per i sostenitori della pace nel mondo di sostenere gli appelli per il rilascio di i due amati Vescovi, che sono simbolo di pace, di amore e di riconciliazione, e di dialogo e  comunicazione in Siria e nella comunità araba". 
Egli implora di cercare seriamente una soluzione per liberare tutti quelli che sono stati  rapiti, e di fermare i rapimenti, e per la liberazione di tutti i detenuti di qualsiasi appartenenza essi siano: il rapimento che e’ in contrasto con tutte le norme di umanità".
Invita i siriani all' arresto della violenza, in ogni aspetto: armamenti, terrorismo, omicidi e attentati
"Manteniamo le nostre convinzioni sulla base della fede, perché nessuna soluzione verrà  dall'incremento delle armi o dalle soluzioni armate, ma la vera vittoria è attraverso il dialogo, la riconciliazione, la comprensione e il compromesso".
 Infine egli ha invitato alla "iniziativa creativa" invece di disordine creativo: questa è la domanda rivolta agli sforzi della Russia e degli Stati Uniti così come ai paesi invitati al congresso per trovare una soluzione pacifica alla crisi siriana

http://www.pgc-lb.org/fre/gregorios/view/The-patriarch-appeal-to-the-conscience-of-the-world-about-the-kidnapping-of-the-2-bishops-and-the-situation-in-Syria

IL NOSTRO DOLORE


Un mese è trascorso, e stiamo ancora vivendo l'incubo della sorte del rapimento dei nostri due Arcivescovi Mar Gregorios Yohanna Ibrahim Metropolita siriaco ortodosso dell'arcidiocesi di Aleppo, e del Metropolita Boulos Yazaji dell'Arcidiocesi greco-ortodossa di Aleppo
Sono stati rapiti il ​​22 aprile 2013. Un gruppo sconosciuto li ha prelevati senza dichiarazioni di responsabilità fino ad ora, né annunciando i motivi del rapimento né facendo conoscere il loro luogo di detenzione.
Noi Siriaci, e l'Arcidiocesi greco-ortodossa di Aleppo ,  in coordinamento con i nostri due Patriarcati di Damasco, abbiamo espresso giorno dopo giorno la nostra tristezza e il dolore crescente per il rapimento e l'assenza di questi due eminenti prelati, e per ciò che rappresentano in termini di santità, il loro rango locale e internazionale, il loro ruolo attivo a tutti i livelli compreso quello spirituale, dei  pensieri, del mondo accademico, dell'istruzione e del sociale, ma soprattutto il lavoro umanitario che portavano avanti all'interno della crisi che sta travolgendo il nostro paese Siria.
Oggi, dopo un mese dal sequestro, e nonostante tutte le preghiere e le suppliche nelle Chiese locali e di tutto il mondo, così come gli appelli, le dichiarazioni e gli sforzi delle organizzazioni cristiane e musulmane del mondo e della comunità internazionale, si rinnova la nostra richiesta ai rapitori di rivedere la loro azione: temete Dio, e rilasciate i due Arcivescovi senza danneggiare la loro salute o la situazione fisica, e  rilasciate tutti gli altri sacerdoti rapiti e i civili innocenti!
A un mese dal sequestro ormai non si può che dire “BASTA!”,  per i due Arcivescovi! Come è doloroso per loro nel loro rapimento, è anche doloroso per tutti i fedeli delle loro due comunità, per il popolo della Siria e del mondo. Il permanente rapimento dei due Arcivescovi sta danneggiando la struttura della Siria nelle sue diverse componenti e nella sua lunga storia di convivenza e di cittadinanza. Una tale catastrofe sarà ricordata e registrata nella storia, come  la più devastante e luttuosa della Siria.
Tali atti non ci spaventano, perché noi siamo i figli della "Resurrezione". Confidiamo che la misericordia del Dio unico, in cui noi tutti crediamo, guiderà i rapitori e li indurrà a rilasciare gli Arcivescovi, senza alcuna condizione, perché non esiste un prezzo uguale alla libertà dei due Arcivescovi, e nessuna condizione è uguale al  loro sicuro ritorno alle loro comunità e alle loro chiese.
Rinnoviamo la nostra supplica e continuiamo le nostre preghiere con solennità al nostro Dio per la liberazione degli Arcivescovi, dei sacerdoti e tutti coloro che sono stati rapiti.


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