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martedì 22 maggio 2012

Gruppi radicali islamici soffiano sul conflitto che contagia il Libano

Beirut; Gruppi radicali islamici soffiano sul conflitto siriano e vogliono contagiare il Libano:
 è l’allarme lanciato all’Agenzia Fides da p. Paul Karam, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Libano. P. Karam, commentando i recenti scontri fra alawiti e sunniti in Libano, afferma: “Siamo molto preoccupati per due motivi: il flusso di rifugiati siriani continua nel Nord del Libano, inoltre il conflitto si sta propagando in Libano. Accade per interessi politici che calpestano i diritti umani, e per la fragilità del nostro paese, composito mosaico etnico-religioso. Si trova qui la componente determinante di movimenti fanatici islamici che soffiano sull’aspetto religioso, fomentando l’odio fra comunità”. P. Karam ribadisce che “la violenza non ha mai risolto nulla: la strada per la riconciliazione è il dialogo, il rispetto dell’altro, il tenere a mente il bene del paese”.
Sul conflitto in Siria, p. Karam dice: “L’invio di Osservatori Onu è un atto di responsabilità della comunità internazionale. Ma occorre che non siano strumentalizzati a livello politico da nessuna delle parti in lotta. Speriamo sia una missione all’insegna della verità, della credibilità e della trasparenza. Solo così può contribuire alla pace”.La situazione dei cristiani “resta molto preoccupante” afferma il sacerdote. “In Siria – ricorda – i fedeli hanno libertà di fede e di testimonianza pubblica non garantite in altri stati del Medio Oriente. Siamo preoccupati perchè i cristiani, in quanto minoranza, sono il bersaglio più facile. Confratelli sacerdoti siriani ci dicono che la situazione è drammatica: vi sono in campo forze che vogliono trasformare il conflitto in guerra di religione, e questo sarebbe una tragedia”.
http://www.news.va/it/news/asiasiria-gruppi-radicali-islamici-soffiano-sul-co

Dove Dio piange: Libano
Il 13 aprile 1975, degli uomini armati cercarono di uccidere il leader falangista cristiano maronita Pierre Gemayel. Come segno di rappresaglia, uomini armati falangisti attaccarono un pullman che trasportava dei palestinesi, uccidendone 27. Gli scontri che ne risultarono segnarono l'inizio della guerra civile del Libano, durata 15 anni e terminata solo con gli Accordi di Ta'if il 13 ottobre 1990.Anche se l'esatto costo umano della guerra non sarà mai noto, si stima che siano morte tra le 150.000 e le 200.000 persone, per la maggior parte civili. I feriti sono stati centinaia di migliaia, e ancor di più gli sfollati o i senzatetto. Gran parte di Beirut è stata distrutta, e la città è stata divisa in settori musulmani e settori cristiani, separati dalla cosiddetta Linea Verde.Da allora il Libano è rimasto ai margini e a volte al centro del conflitto mediorientale – una zona cuscinetto sul cui suolo sono stati giocati conflitti brutali tra poteri regionali come Israele e la Siria. Come ha affermato il Ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi, tuttavia, “la forza e la resistenza del Libano è importante per i cristiani, che sono una garanzia di pluralismo”.Benedetto XVI visiterà il Libano dal 14 al 16 settembre 2012. La notizia è stata annunciata lo stesso giorno in cui il papa ha rivolto un appello per la pace in Medio Oriente e in Terra Santa. Il coordinatore della visita papale in Libano, p. Marwan Tabet, ha dichiarato che “questa parte del mondo sta attraversando un momento molto critico, davvero molto critico... ciò che sta accadendo in Siria, quello che sta accadendo in Israele – da entrambe le parti, il Libano non è felice”. Il viaggio del pontefice vuole essere un segno di fiducia e incoraggiamento per la popolazione sofferente del Libano e per tutti i cristiani del Medio Oriente.-Aid to the Church in Need Italiawww.acs-italia.glauco.it-Aid to the Church in Need Switzerlandwww.aiuto-chiesa-che-soffre.ch
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